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Come creare un logo per un brand: la guida di Algorweb

Il logo è il cuore visivo di un’azienda, un simbolo che rappresenta la sua identità, un progetto o persino una scuola. Ma come creare un logo per un brand che sia efficace e di effetto? E soprattutto, è possibile realizzarne uno in modo semplice e gratuito senza perdere in qualità? Il web offre molte soluzioni, ma per ottenere un risultato valido bisogna seguire alcuni principi di design e avere una visione chiara del messaggio che si vuole trasmettere.

Se stai pensando di affidarti a un logo maker o a un’app gratuita, sappi che esistono diversi strumenti che possono aiutarti a ottenere un logo in pochi minuti. Tuttavia, la vera differenza tra un logo improvvisato e uno professionale sta nella progettazione. Un buon logo deve essere semplice, riconoscibile e versatile. Pensa ai marchi più famosi: spesso utilizzano pochi elementi grafici ma risultano immediatamente riconoscibili.

Ecco perché, anche se esistono strumenti automatici che generano loghi in base alle tue preferenze, il consiglio è quello di lavorare con un designer, che potrà aiutarti nella realizzazione. Di seguito le risposte alle domande più comuni su questo argomento. A seguire, la guida di Algorweb stilata da Gianluca Caretta, il nostro grafico.

Creare un logo gratis: è davvero possibile?

Creare un logo gratis è possibile grazie a piattaforme come Canva, Hatchful e Looka. Questi strumenti permettono di scegliere tra modelli predefiniti, modificare colori e font e scaricare il logo finito. Tuttavia, le versioni gratuite spesso hanno limitazioni, come la bassa risoluzione del file o l’assenza di un background trasparente.

Inoltre, i loghi creati con template preimpostati rischiano di essere poco originali. Se vuoi un logo distintivo e professionale, vale la pena investire in una versione premium o nel supporto di un designer.

Come creare un logo professionale

Un logo professionale non si basa solo sull’estetica, ma anche sulla strategia. Prima di iniziare, chiediti: Cosa rappresenta il mio brand? Quali emozioni voglio trasmettere? Un logo efficace deve essere:

  • Semplice: troppi dettagli lo rendono difficile da ricordare.
  • Versatile: deve funzionare su vari supporti (dal biglietto da visita ai social).
  • Adatto al settore: i colori, i font e le forme devono riflettere l’identità del brand.

Per ottenere un logo professionale, affidarsi a un grafico è la scelta migliore. Se vuoi provarci da solo, parti con schizzi a mano e poi digitalizza il disegno con strumenti come Adobe Illustrator o Affinity Designer.

Come disegnare un logo a mano

Se preferisci partire da carta e matita, inizia con un brainstorming visivo: disegna simboli, lettere o forme che rappresentano il tuo brand. Sperimenta diverse composizioni e gioca con gli spazi negativi. Una volta trovato il concept giusto, puoi scannerizzare il disegno e perfezionarlo con un software di grafica vettoriale.


Se cerchi ispirazione, analizza i loghi dei brand più famosi nel tuo settore. Punta su un design minimalista e scegli colori che evocano emozioni specifiche (ad esempio, il blu trasmette fiducia, il rosso energia). Ricorda che un logo efficace deve essere unico, quindi evita le soluzioni troppo generiche.

Come creare logo

App per creare un logo gratis: quali sono le migliori

Tra le migliori app per creare un logo senza costi ci sono:

  • Canva: intuitivo e ricco di modelli.
  • Hatchful: ideale per chi vuole un logo semplice e veloce.
  • Logo Maker: offre strumenti più avanzati per personalizzare il design.

Queste app sono ottime per iniziare, ma se vuoi un logo veramente distintivo, dovrai personalizzarlo oltre le opzioni predefinite.

Come creare un logo per una scuola media

Un logo scolastico deve rappresentare i valori e l’identità della scuola. Spesso include elementi simbolici come libri, penne, alberi della conoscenza o lo stemma dell’istituto. Un buon consiglio è coinvolgere gli studenti nel processo creativo, magari organizzando un concorso per raccogliere idee.

Come creare un logo di successo

Un logo di successo è quello che resta impresso nella mente delle persone. Per ottenerlo, segui la regola delle tre S:

  • Semplice: evita dettagli superflui.
  • Significativo: deve comunicare un messaggio chiaro.
  • Scalabile: deve essere leggibile sia su un cartellone che su un’icona social.

Ma per un logo di successo certo, non possiamo che prendere appunti dai suggerimenti di Gianluca, che seguono.

Come si crea un logo: la guida di Gianluca Caretta

Come creare logo

Premessa. La parola “logo” deriva dal greco “logos”, che significa “parola” o “discorso”, e in origine il termine “logotipo” (da “logos” + “typos”, impronta) si riferiva a una rappresentazione grafica di una parola, spesso il nome di un’azienda stilizzato.

Tuttavia, nel linguaggio moderno del design e del branding, l’uso dei termini si è evoluto e standardizzato in modo diverso:


● Logo: oggi si intende comunemente l’elemento grafico distintivo che rappresenta
visivamente il brand, che può includere sia il testo stilizzato (logotipo, come la
scritta “Nike” nel suo font caratteristico) sia un simbolo (come lo “swoosh”), o una
combinazione dei due. Nel caso di Nike, il logo è spesso considerato lo “swoosh”
da solo, perché è l’elemento grafico più iconico e riconoscibile, anche senza la
scritta.


● Marchio: identifica il concetto più ampio, che comprende l’intera identità del
brand, inclusi il nome (“Nike”), il logo (lo “swoosh” e/o la scritta stilizzata), i colori,
i valori associati e la tutela legale. Il marchio è quindi l’insieme di tutti questi
elementi.

In sintesi: il marchio è il concetto generale che identifica un’azienda o un prodotto (inclusi
nome, valori e identità), mentre il logo è la rappresentazione visiva specifica di quel
marchio. Tutti i loghi sono parte di un marchio, ma non tutti i marchi si limitano a un logo.
Come si crea un logo

Creare un logo è un processo che combina strategia, creatività e competenze tecniche. Si
parte dalle esigenze del committente e si arriva a un risultato visivo che rappresenta
l’identità del brand. Vediamo i passaggi creativi e pratici principali


Briefing e comprensione delle esigenze del committente


● Raccolta informazioni: Si inizia con un incontro o un questionario per capire chi
è il committente (azienda, individuo, organizzazione), qual è il suo settore, i valori
del brand, il pubblico target e gli obiettivi del logo (ad esempio, essere moderno,
elegante, giocoso, professionale).

● Analisi della concorrenza: Si studiano i loghi dei competitor per identificare
cosa funziona nel settore e come distinguersi.

● Specifiche tecniche: Il committente può indicare preferenze (colori, stili, simboli)
o vincoli (es. logo monocromatico, adattabile a diversi formati).

● Domande chiave: “Cosa vuoi trasmettere?”, “Dove sarà usato il logo (web,
stampa, packaging)?”, “Qual è il tono del tuo brand?”.
Ricerca e ispirazione

● Studio del settore: Si analizzano le tendenze grafiche rilevanti per il campo del
committente (es. minimalismo per la tecnologia, tipografia elaborata per il lusso).

● Mood board: Si raccolgono immagini, colori, font e riferimenti visivi che riflettono
l’atmosfera desiderata. Questo aiuta a definire una direzione creativa.

● Esplorazione concettuale: Si cercano parole chiave legate al brand (es. per
un’azienda eco-friendly: natura, verde, sostenibilità) e si iniziano a tradurre in
idee visive.

Ideazione e schizzi preliminari

● Brainstorming: Si buttano giù concetti base, spesso partendo da parole o simboli
legati al brand. Ad esempio, per un caffè artigianale si potrebbero esplorare
chicchi, tazze o linee che evocano calore.

● Schizzi a mano: Si disegnano bozze rapide su carta per testare forme,
proporzioni e combinazioni (logotipo, simbolo o entrambi). Questa fase è libera e
sperimentale.

● Selezione: Si scelgono le idee più promettenti, eliminando quelle meno efficaci o
troppo complesse.
Sviluppo digitale

● Software: Si passa a strumenti come Adobe Illustrator (per grafica vettoriale) o
alternative come Figma o Inkscape.

● Tipografia: Se il logo include testo, si sceglie o si personalizza un font che rifletta
il carattere del brand (es. sans-serif per modernità, serif per tradizione).

● Simboli e forme: Si raffinano gli elementi grafici, lavorando su linee pulite,
simmetria e scalabilità (il logo deve funzionare sia piccolo che grande).

● Colori: Si seleziona una palette basata sulla psicologia del colore (es. blu per
fiducia, rosso per energia) e si testano varianti (colore, bianco/nero).
Feedback e iterazione

● Presentazione al committente: Si mostrano 2-3 proposte con una spiegazione del
razionale dietro ogni scelta (es. “Questo cerchio rappresenta unità e
completezza”).

● Revisione: Si raccolgono commenti e si apportano modifiche. Potrebbero
riguardare dettagli (es. “il font è troppo sottile”) o cambiamenti più grandi (es.
“voglio un simbolo diverso”).

● Iterazioni: Si rifinisce il design fino a raggiungere un compromesso tra la visione
creativa e le aspettative del committente.

Finalizzazione

● Perfezionamento: Si ottimizzano dettagli come spaziatura, allineamento e
proporzioni.

● Versioni multiple: Si creano varianti (colore, monocromatico, orizzontale,
verticale) per garantire versatilità.

● File finali: Si consegnano formati vettoriali (es. .AI, .EPS, .SVG) per la scalabilità
e raster (es. .PNG, .JPG) per usi immediati, spesso accompagnati da un breve
manuale d’uso (linee guida su colori e applicazioni).

Verifica e lancio

● Test pratici: Si controlla come il logo appare su mockup (biglietti da visita, siti
web, packaging) per assicurarsi che funzioni in contesti reali.

● Approvazione finale: Il committente dà l’ok definitivo.

● Implementazione: Il logo viene integrato nella comunicazione del brand.

Consigli pratici nel processo creativo

● Semplicità: Un logo efficace è memorabile e leggibile (pensa a Nike o Apple).

● Originalità: Evitare cliché del settore (es. troppi globi per aziende internazionali).

● Flessibilità: Deve adattarsi a diversi media senza perdere impatto.

● Storia: Spesso un logo racconta qualcosa del brand, anche in modo sottile.

Consigli Bibliografici

Bruno Munari, alcuni testi utili

● “Design e comunicazione visiva” (1968): Qui Munari analizza come gli elementi
visivi (forme, colori, segni) trasmettono significati. Parla di semplificazione e
chiarezza, concetti chiave per un logo efficace. Anche se non è un manuale
pratico, offre una base teorica per capire come trasformare un’idea in
un’immagine sintetica.

● “Da cosa nasce cosa” (1981): Questo libro esplora il processo creativo passo per
passo, con un approccio metodico ma libero. Munari incoraggia a partire da un
problema (es. rappresentare un brand) e a sviluppare soluzioni attraverso
sperimentazione, un metodo perfetto per ideare loghi.

● “Artista e designer” (1971): Riflette sul ruolo del designer come mediatore tra
funzionalità e creatività, un equilibrio essenziale nella progettazione di un logo.
Munari non dà istruzioni specifiche ma insegna a pensare al design come un linguaggio
universale, che è alla base della creazione di un logo memorabile.
Oltre a Bruno Munari, ci sono autori e libri più focalizzati sulla pratica e la teoria della
creazione di loghi.

Altro

● “Logo Design Love” di David Airey: Un classico moderno, pratico e
accessibile. Airey descrive il processo creativo dalla raccolta del brief alla
consegna finale, con esempi reali e consigli su come collaborare con i clienti. È
molto orientato ai designer contemporanei.

● “Marks of Excellence” di Per Mollerup: Un testo teorico e visivo che analizza la
storia e i principi dei marchi e dei loghi. Mollerup esplora come i loghi diventano
simboli riconoscibili, con un approccio analitico che si collega bene alle idee di
Munari sulla sintesi.

● “The Elements of Logo Design” di Alex W. White: Più tecnico, offre una guida
passo-passo su tipografia, composizione e psicologia del colore applicata ai
loghi. È utile per chi cerca un manuale operativo.

● “Logotype” di Michael Evamy: Una raccolta di logotipi con analisi sul loro
design e contesto. Non è un “come fare”, ma ispira e mostra come i principi
teorici si traducono in pratica.

● “Designing Brand Identity” di Alina Wheeler: Questo libro copre l’intero
processo di branding, con un’ampia sezione sulla creazione di loghi. È ricco di
casi studio e checklist pratiche, dal brief alla finalizzazione.

Autori come Airey o Wheeler condividono con Munari l’enfasi sulla semplicità e sulla
comunicazione visiva efficace, ma adattano questi concetti al branding moderno.
Munari, con il suo approccio più filosofico e meno commerciale, è complementare: ti
insegna a pensare il design, mentre testi come “Logo Design Love” ti guidano nel fare.

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